MEDAC: INDICAZIONI PER I PIANI DI GESTIONE DELLE RISORSE ITTICHE NEL MEDITERRANEO OCCIDENTALE (GSA 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10)

La discussione del MEDAC, che ha avuto per oggetto 5 incontri nell’arco dell’anno 2017, parte dello stato di crisi acclarato delle risorse nel mar Mediterraneo, che potrebbero portare a decisioni autoritarie della Commissione, al fine di scongiurare prese di posizione fortemente penalizzanti da parte di quest’ultima.

Vengono messe in atto 5 raccomandazioni alla Commissione Pesca.     Il MEDAC ha valutato una serie di proposte atte ad una più attenta gestione delle risorse demersali relative alle aree di mare del Mediterraneo occidentale, che sono stato oggetto di diverse discussioni.     Di particolare interesse le raccomandazioni 4 e 5 rivolte alla Commissione.

RACCOMANDAZIONE 4

  1. La prima indicazione è quella di prevedere una divieto di pesca in aree con una batimetrica che dovrà essere “superiore” ai 50 metri di profondità,  per l’utilizzo degli attrezzi a traino.
  2. Relativamente alle “taglie minime” ex Reg. UE 1967/2006, si propone di ridefinire le taglie minime al momento della prima maturità sessuale.
  3. Per alcune specie di particolare interesse per la pesca:  CORVINA, OMBRINA, DENTICE, RICCIOLA, LECCIA si chiede di inserire la taglia minima.
  4. Si chiede di accorpare le specie sopra indicate (CORVINA, OMBRINA, DENTICE, RICCIOLA, LECCIA)  nel monitoraggio già in atto per altre specie pregiate quali CERNIA, BRANZINO, ORATA.
  5. Altro obiettivo è quello di mantenere in essere misure strutturali che si prevede non essere riproposte, quali l’arresto definitivo (“demolizioni”) e l’arresto temporaneo (“fermo pesca”).
  6. Applicare misure di contenimento dello sforzo di pesca presente nel piano multi-annuale anche per la “pesca sportiva”;

RACCOMANDAZIONE 5

  1. L’organismo consultivo individua la gestione delle risorse, mediante lo strumento delle “quote di pesca”.   La scelta è stata attuata a maggioranza.  Non esiste attualmente un indirizzo totalmente condiviso sul metodo, anche se la maggior parte delle associazioni professionali propendono per una gestione tramite soltanto le definizione delle giornate di pesca per barca, misura che sarà solo condizionata all’accordo tra pescatori e la ricerca applicata al settore.    Le associazioni ambientaliste, sulla falsariga della gestione del tonno rosso, che ha dato eccellenti risultati, ritengono che le quote di pesca vadano intese in maniera letterale, come definizione delle quote di pesca nazionali e di conseguenza delle quote pro-barca, delle vere e proprie TAC.   Questa posizione è capeggiata dall’associazione Oceana.
  2. Il Medac inoltre propone anche la “chiusura spazio temporale di aree di particolare interesse biologico” questo al fine di proteggere le aree di riproduzione e di nursery, che si andranno ad individuare in accordo tra ricerca e produttori;   la stessa organizzazione consultiva nel documento inviato ala Commissione individua nelle A.M.P. e/o nelle Aree di pesca ad Attività Ridotta in ambiti biologici strategici la chiave per il raggiungimento dell’M.S.Y., obiettivo di tutte le iniziative della politica comune della pesca.
  3. Infine non va dimenticata una valutazione socio-economica sulle conseguenze delle misure che si andranno a mettere in atto per la ricostituzione degli stock ittici, valutando la sostenibilità economica delle imprese di produzione e delle imprese di filiera che raggruppa tutte le economie collegate presenti sui territori costieri.

 

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