AUDIZIONE CAMERA DEPUTATI IN MATERIA DI PESCA E ACQUACOLTURA

Il confronto verteva sui testi delle Proposte Di Legge (A.C. 1008 L’Abbate + altro, A.C. 1009 D’Alessandro + altri, A.C. 1636 Viviani + altri) ha visto presentare le richieste di COLDIRETTI Impresapesca a favore del settore: .

 

Da parte della delegazione Confederale affiancata da quella di UE.Coop è stato chiesto di affrontare da parte della Camera con la massima URGENZA la questione del Lavoro ed in particolare le pretese dell’INPS di inquadrare tutti i marittimi con barche di piccolo tonnellaggio forzatamente in Legge 250/58.  

 

LAVORO

Riguarda la modifica dell’art.1 della Legge 250 del 13.03.1958, mediante l’inserimento della proposta “comma 1.bis”;   un vero atto di civiltà del lavoro, a seguito delle modifiche di imperio da parte dell’INPS relative all’inquadramento previdenziale dei pescatori della piccola pesca operanti con barche inferiori a 10 t.s.l. alle dipendenze di imprese NON cooperative, oggi trasferiti dall’inquadramento della Legge 413/83 alla Legge 250/58, con conseguenze nefaste per la vita contributiva dei marittimi e la carenza di ammortizzatori sociali adeguati.

 

PESCA

Riguarda la semplificazione amministrativa connessa alla gestione delle licenze – riguarda il decentramento degli sportelli e la riduzione dei tempi (questi ultimi è un tema già affrontato dall’ A.C. 1636).  Prevede inoltre la creazione di uno “sportello” presso 154 uffici marittimi, che potrebbe essere ampliato a tutti le attività connesse alla pesca in materia di pesca-allevamento, lavoro, naviglio, ambiente diventando un vero “sportello unico” del mare.

 

ACQUACOLTURA

Riguarda in materia di semplificazione la soppressione del comma 11 e 12 dell’art.59 del D.L. 83/2012 in tema di rilascio di concessioni di specchi acquei per l’acquacoltura, che ha creato problemi di competenze tra Stato e Regioni, essendo la materia di specifica competenza delle Regioni.  Allo Stato spetterebbe solo armonizzare le norme.

 

AMBIENTE

Riguarda la proposta in materia di raccolta di plastiche a mare da parte degli operatori della pesca professionale, in primis, mediante la modifica della definizione del rifiuto, non più considerarsi come “rifiuto speciale”, ed inoltre mediante la sottoscrizione di accordi di programma ai sensi dell’art. 206, D.Lvo 152/2006.   Si sono inoltre evidenziate le carenze di isole ecologiche, a norma, nella maggior parte dei porti italiani che di fatto vanifica ogni azione etica di raccolta dei rifiuti e delle plastiche in particolare.

 

Sui testi dei tre progetti di Legge è stata  evidenziata la necessità del decentramento amministrativo della gestione delle licenze e autorizzazioni presso gli sportelli delle Capitanerie di porto come front-office del Ministero (informatizzazione del sistema).  E’ stato inoltre condivisa la istituzione di una gestione separata del fondo ammortizzatori sociali della pesca nel contesto della Cisoa, denominati CISOPA.

Suggerita la gestione dei Centri di servizi ed assistenza alle imprese di pesca e acquicoltura presso sezioni speciali dei CAA agricoli.

Forti perplessità sono state espresse sull’istituzione dei Distretti di Pesca un criterio italico della gestione che si sovrappone con le gestioni internazionale delle GSA (FAO – UE – CGPM) struttura che avrà  limitate capacità di incidere in un contesto internazionale.    Buono l’articolo che prevede l’esenzione dei bolli per le istanze relative alle domande presso enti pubblici per pesca e acquacoltura.  Necessario l’ articolo relativo alla eliminazione del pagamento della tassa di concessione governativa per il passaggio della titolarità della gestione di una imbarcazione da pesca professionale tra soci di coop. o di altra forma societaria;  come anche necessaria la riduzione dei termini per il rilascio di atti amministrativi in materia di licenze e autorizzazioni.   Condivisibile l’articolo relativo alla pesca “pescaturismo” ed “ittiturismo”.    Integrazioni sono state proposte alla normativa sulla vendita diretta dei pescatori ed acquacoltori dalla barca/impianto e strutture presenti nei porti, spiagge e mercati di vendita diretta.   Nel contesto della lotta alla pesca illegale valida la proposta di obbligare, gli operatori  della pesca sportiva, a sbarcare il pescato previo taglio delle pinne caudali.    Richiesta la modifica dell’articolo 138 del DPR 1639/68 con la modifica, per la pesca-sportiva, dell’articolo che regola l’uso degli attrezzi, in particolare quelli che nulla hanno a che fare con attività ludico ricreative, la proposta prevede la soppressione del punto f)- (parangalli e nasse) e elisione dal punto c)- del “draga manuale a piedi”.  In materia di acquacoltura si è manifestata contrarietà al principio di “equa diversificazione” introdotto dalla norma con la diversificazione dei canoni concessori.    Un richiamo forte in materia di acquacoltura è stato fatto circa la questione della quantificazione dei canoni concessori per l’acquacoltura per le imprese di allevamento diverse dalle Coop., che non è stato sanato neppure dopo i vari richiami del Garante della Concorrenza.  Sulla questione quote tonno si sono fatti richiami alla soluzione del problema delle catture accidentali che deve tenere conto senza se e ma della catture accidentali, oltre che dell’aumento delle quote nel cluster “palangari”).   Infine buona la proposta di autorizzare il comando di barche fino a 200 t.s.l. o con una lunghezza massima tra le perpendicolari di 24 mt. da parte di “marinai autorizzati al comando”.    Sulla proposta per una più chiara etichettatura sui banchi di vendita si è riscontrata l’unanime condivisione, come anche sulla proposta Coldiretti di giungere nel breve alla tracciabilità obbligatoria del menù sui tavoli dei ristiranti e mense.

 

 

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