PESCE SPADA L’ITALIA SI ARRENDE ALLA LOBBY SPAGNOLA CON I PAESI CONTRAENTI (EXTRA-UE)

Il tonno non ha insegnato nulla, emerge l’ipocrisia comunitaria e la nostra debolezza.

Quote irrisorie quelle che spettano all’Italia, anche deroga alle quote ICCAT.  E’ quello che si è intuito oggi alla riunione indetta dalla D.G. pesca del MIPAAF dove è stata presentata con alcune slide la bozza di decreto nazionale sulla gestione 2017 della pesca del pesce spada (ancora purtroppo non distribuita e non resa fruibile), da un punto di vista tecnico nulla di nuovo in confronto a quanto già emerso alla riunione di circa due mesi orsono.   Nell’anno in corso non verranno assegnate quote individuali, ma la quota nazionale sarà gestita come un “unicum”, raggiunto il tetto nazionale le catture di pesce spada saranno vietate a tutta la flotta professionale e non.

Coldiretti ha espresso le proprie perplessità sulla gestione tecnica e politica della questione da parte della Commissione Pesca, e del silenzio nel quale a livello nazionale viene affrontata la gestione del comparto “spada”.    Sulle 10.500 ton. di catture che l’ICCAT ha concesso nel Mediterraneo, all’Italia, in base al principio delle dichiarazione di catture voluto ed ottenuto per il tonno nel 2000 da Spagna e Francia, spetterebbe circa il 70% delle quota dell’intero bacino, le mediazioni politiche e la lobby anti-Italia che ha come maggiore supporter la Spagna, da quanto emerge, potrebbe penalizzare la quota nazionale di oltre il 60% portando le catture della flotta italiana da oltre 7.000 ton. ad oltre 3.000 ton.

Una alleanza quella spagnola con Paesi del Magreb come Marocco, Algeria, ecc…, consolidata dal fatto che molte imprese di pesca spagnole hanno decentrato la loro attività nei Paesi contraenti.

Non bastava il vantaggio che Paesi che non hanno dichiarato catture oggi possono usufruire della quota determinata dalle catture fatte dai Paesi più diligenti, come l’Italia, ora si aggiunge anche il vantaggio che i Paesi “contraenti” avranno la possibilità di scegliere, a differenza dei Paesi UE, il periodo di fermo tecnico per almeno due mesi su tre, a differenza dell’Italia dove il fermo viene imposto ad inizio anno (gennaio-marzo);   un criterio quindi senza una base scientifica ed una tutela biologica per la risorsa pesce spada, con il vantaggio per le importazioni di lasciare i mercati UE scoperti all’entrata di pescato catturato in deroga alle norme nazionali e con la possibilità di agevolare le triangolazioni.

Per questo motivo chiediamo che l’amministrazione italiana, sui tavoli concertativi, blocchi la spoliazione della quota italiana, ed imponga il divieto di commercializzazione del pesce spada proveniente dai Paesi del Mediterraneo nei mesi di fermo tecnico obbligatorio.   Saremo affianco alla nostra amministrazione in questa battaglia se la si vorrà fare.   Necessità una politica di maggiore impatto, altrimenti i nostri pescatori il prossimo anno divideranno le bricciole, con la conseguenza che poi, come per il tonno, avremo un’altra mattanza di pescatori, con i grossi che divoreranno i piccoli con l’obiettivo di avere quote sostenibili, un già visto che non vorremo si ripetesse.  Non vorremo assistere ancora ad una guerra tra poveri.

________________
IMPRESAPESCA- COLDIRETTI
Tonino Giardini   responsabile di settore
via XXIV Maggio, 43 – 00187 ROMA
tel. 06.4682415 – cell. 366.6149491 – fax 06.4819949
email.:  tonino.giardini@coldiretti.it  e  tg.armatori@impresapesca.it
sito: www.coldiretti.it  e  sito: www.impresapesca.it
__________________

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *