Nasce un nuovo gruppo per lo sfruttamento industriale delle risorse pelagiche dell’Adriatico, nel silenzio totale, temiamo che siano in tanti pronti a premere sull’acceleratore. E’ in questo contesto che aumentano le incertezze sulla gestione dei piccoli pelagici.
Nel contempo abbiamo appreso che è stata inviata a Bruxelles, promossa da cartello di associazioni, una richiesta moratoria di tre anni sull’applicazione delle misure di gestione, partendo dall’assunto che i dati scientifici sono insufficienti. Se ciò fosse fondato e quindi preso per buono, viene da chiedersi come siano state utilizzate le risorse destinate alla Ricerca nell’ultimo decennio sia da parte italiana che croata, forse è bene che se lo chieda anche Bruxelles.
Torniamo a dire che la proposta della relatrice Tomasiic ci lascia perplessi, la sola diminuzione del 4% annuo (omnicomprensivo sarde ed alici) per tre anni, partendo come riferimento dal 2014, anno nel quale si sono avute le maggiori catture dell’ultimo decennio, non è una risposta precauzionale a tutela di una risorsa in crisi, per la quale si sono mosse a Suo tempo tutte le marinerie dell’Adriatico.
Se così fosse sorge il dubbio che ci siamo trovati di fronte ad una fake-news o ad un scherzo ? In alternativa si potrebbe pensare che il business accechi o prevalga su ogni cautela di gestione ?
Sinceramente avremo gradito risposte mirate ad una riduzione più significativa dello sforzo di pesca, e nel contempo con l’attuazione di politiche di mercato per la difesa del prezzo, iniziative che oggi non esistono, abbandonando i produttori in un mercato dominato dalle importazioni per il trasformato e dalla pressione di altri produttori sui principali mercati di esportazione.
Comunque vada evitiamo errori irreparabili per le risorse spinti dalla emergenza della quotidianità.