DRAGAGGI PORTUALI: SIGNIFICATIVO INCONTRO PRESSO LA DIREZIONE GENERALE DEL DEMANIO DEL MINISTERO DEI TRASPORTI, INFRASTRUTTURE E DELLA NAVIGAZIONE

Parte dalla bocca della laguna di Barbamarco (RO), nel comune di Porto Tolle, nell’area del Delta, con il problema del porto di Pila la questione del dragaggio dei porti nella nostra Penisola.   Una delegazione guidata dal Sindaco di Porto Tolle, con l’on. Crivellari il dirigente tecnico dei porti della Regione Veneto, con la presenza di Coldiretti-Impresapesca nazionale e regionale, oltre ai vertici della Coop. Villaggio, con il presidente Boscolo, e della Coop. Pescatori di Pila, con il presidente Mazzucco.    Attualissima la questione dell’escavo dei porti pescherecci.     Il problema del mancato dragaggio dei fondali dei tanti porti presenti lungo gli 8000 km. di costa è il male che affligge lo sviluppo del traffico marittimo e della pesca;  economie bloccate dalle mancate  operazioni di dragaggio dei fondali portuali.   Scorsi i sono fondi per il dragaggio !   Per fare un esempio calzante, sarebbe come non avere fondi per asfaltare strade ed autostrade dove transita la logistica su gomma per il trasporto merci  oppure  non avere risorse per la manutenzione delle stazioni o delle linee per il traffico ferroviario, nessuno immaginerebbe una cosa simile.  Va detto che soltanto il 20% dei porti nazionali sono ripari naturali e pertanto abbisognano di minimali interventi, il restante 80% sono strutture create dall’uomo, nel corso dei secoli,  che abbisognano di significative manutenzione periodiche se non annuali.   Non possiamo pensare ad uno Stato ed a Regioni che non prendano a cuore questo problema e non abbiano sufficienti risorse per manutenere le strutture portuali.  Dello scottante problema ne ha discusso oggi Coldiretti-Impresapesca  con i vertici del Demanio nazionale presso il MIT, cogliendo l’occasione dell’emergenza veneta.  “Un problema di tutti” afferma Coldiretti Impresapesca, che affrontato nel breve termine per evitare il blocco dei porti e le attività, a cominciare dalla emergenza del delta del Po.  La richiesta inoltrata dalla Confederazione in rappresentanza del ceto armatoriale della pesca nazionale, e quello di programmare da parte del MIT di concerto, con le Regioni, nel contesto di un PON delle portualità, nei prossimi 5 anni, operazioni di dragaggio capillari investendo sull’operazione ingenti risorse, per poter poi organizzare un programma di manutenzione ordinaria, a basso costo, sostenibile da un punto di vista ambientale, con azioni possibili di routine senza il costante e continuo richiamo all’emergenza.   Da parte delle amministrazioni presenti è stato espresso interesse per le proposte, pur nell’attuale ristrettezza di disponibilità dei bilanci, quanto emerso dall’incontro sarà oggetto di approfondimento e studio, in particolare relativamente alle attività di manutenzione ordinaria.  Confortanti sono state le indicazioni emerse per l’emergenza del porto di Pila.   Esistono inoltre problemi connessi alle particolarità di strutture collocate in ambiti soggetti a tutela ambientale, come ad esempio le isole tirreniche, le zone salmastre, le aree paludose o gli estuari.    Su temi come questi andrà rivisto il ruolo delle Autorità Portuali.   Tanti sono gli esempi di realtà portuali in sofferenza al limite della chiusura Mazara del Vallo, Pila, Cesenatico, Cattolica, Fano, Senigallia, Porto San Giorgio, San Benedetto del Tronto, Giulianova, Pescara, Termoli, Viareggio, ecc..   L’elenco sarebbe lunghissimo.   In queste situazioni la nostra flotta perde competitività, perde giornate di pesca, perde per danni il naviglio e non infrequenti sono notizie di tragici sinistri che portano con se vite dedite al lavoro del mare.  Rammarico per la mancata presenza del MIPAAF inviato alla riunione che avrebbe potuto dare proposte di soluzione almeno alla questione di Pila.   Vorremo cancellare l’immagine di un Italia matrigna per chi va per mare, una totale assurdità in un Paese che è quasi totalmente circondato dal mare.

 

 

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