VIBO MARINA

Vibo Marina

Tutte le maggiori imbarcazioni con licenza per la pesca a strascico sono concentrate nel porto di Vibo Marina e ad esse afferisce il 60-70% del totale delle catture che si realizza nel complesso lungo la costa vibonese.

Sulla banchina Tripoli attraccano una decina di motopescherecci d’altura di medie-grandi dimensioni (oltre 15 TSL).

In rada nel quadrante centrale ormeggiano altri 10 motopescherecci di medie dimensioni (5-15 TSL) e circa una ventina di imbarcazioni impiegati per la piccola pesca costiera (< 5 TSL).

In totale le imbarcazioni da pesca censite in stazionamento nello specchio portuale si aggirano su 45-50 unità.

Sul porto di Vibo Marina si appoggiano le maggiori cooperative di pesca della provincia, in totale sette di cui tre localizzate a Vibo Marina che rappresentano il comparto di marineria più importante del versante tirrenico calabrese.

Attrezzatura prevalente impiegata per la piccola pesca costiera (entro le 3 miglia) è rappresentata dalle reti da posta, dai palangari e dalle reti di posta a circuizione.

Oltre le 3 miglia, invece, si fa ricorso prevalentemente alle reti a strascico.

L’areale principale di pesca della flottiglia vibonese si estende su tutto il Golfo di Sant’Eufemia, coprendo un raggio di azione di circa 20 miglia.

Le specie pescate variano in base al periodo stagionale. Per quanto riguarda la pesca a strascico il pescato su base annuale è costituito per il 40% da gamberi (bianco e rosso), per il 30% merluzzi, per il 10% totani e per il restante 20% le altre specie tra le quali polpi, cicale e triglie. Con le reti da posta a circuizione si pescano invece i tonni, le alici e le sarde mentre la piccola pesca costiera si avvale soprattutto di palangari, reti da posta e lenze per la cattura di pesce-sciabola, pesce castagna, merluzzi e sauri.

Complessivamente, delle 17 imprese di pesca presenti nella provincia di Vibo Valentia (di cui 7 cooperative, 3 società di persone e 6 ditte individuali), 9 hanno sede a Vibo Marina e 2 nella frazione contigua di Bivona con un numero complessivo di addetti pari a circa 90 unità.

Il tratto di mare antistante la costiera vibonese nella fascia compresa tra la Sicilia e le Isole Eolie è annualmente attraversato da branchi di tonni che trovano in questa zona di mare le condizioni ideali per la riproduzione.

Nel periodo della pesca al tonno (mesi di maggio -giugno) il porto è luogo di attracco per le tonnare di altura (3-4 unità di grandi dimensioni) provenienti dai porti campani che stazionano in attesa del segnale di avvistamento del branco di pesca.

Nello stesso periodo viene pescato il pesce-spada.

La quantità complessiva del pescato è per circa il 70-80% introdotta sul mercato attraverso il mercato ittico presente sulla banchina Tripoli a gestione privata mentre la restante parte è venduta direttamente sul posto dai pescatori stessi.

La distribuzione a raggio regionale avviene attraverso la rete di distribuzione e di trasporto organizzata da una impresa di commercio all’ingrosso di prodotti ittici freschi e congelati mentre la tipologia di acquirenti presso il mercato ittico a contrattazione comprende oltre ai grossisti anche dettaglianti, GDO, ristoratori e pescherie.

Il trend del pescato è in diminuzione ma le risorse ittiche di alcune specie di pesce azzurro meno conosciute (pesce-sciabola o spatola, acciuga, sardina, sgombro, p.es.) risultano non pienamente valorizzate a causa dei maggiori costi di cattura (diminuzione dello sforzo di pesca ed elevato tasso di abbandono del settore a causa di pesca a circuizione) e delle basse quotazioni di mercato sulla piazza locale che rendono poco conveniente l’attività di pesca costiera.

Questa stessa scarsa redditività dell’attività, unitamente all’appesantimento dei vincoli normativi comunitari o nazionali imposti al settore, hanno condizionato in questi ultimi anni anche a Vibo Marina, così come in altre parti d’Italia, il processo di ristrutturazione e di ricambio generazionale, determinando una riduzione complessiva dello sforzo di pesca.

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