FANO

Nel 1869 le barche da pesca fanesi con più uomini a bordo erano 38: 8 esercitavano la pesca con lo spontero o bragagna, 6 col parangale e tutte 38 quella a coccia. I battelli erano 9: 6 pescavano con la tratta, 2 col salterello e uno con reti ad imbrocco (CECINI e PAGNONI, 1998).
Intorno al 1907 i trabaccoli, barche e galleggianti in genere inscritti all’Ufficio del Porto di Fano erano 170, di cui 100 barche da pesca e 47 battelli per il traffico del pesce (“batlòt”).
Intorno al 1910 la barche da pesca, tra barchetti e battelli, era di 145 unità. Di queste, 20 erano barchetti grandi (sino a circa 20 t) che praticavano in coppia la pesca con la tartana, 32 barchetti mezzani che pescavano con la tartana e con la sfogliara, e il resto barchetti piccoli, battelli e lance, che pescavano con la sfogliara, la sciabica, le vongole oppure erano adibiti al trasporto a terra del pescato (CECINI e PAGNONI, 1998).
Nel 1914 la flottiglia era complessivamente di 235 unità (DELI, 1993).
Nel 1931 su 340 imbarcazioni 80 erano barchetti grandi (più di 20 t) e 100 barchetti mezzani (10-20 t), entrambi per la pesca con la tartana, 80 barchetti piccoli (6-10 t) per la pesca con la sfogliara, 45 battelli (da 5 t) per la pesca con reti da posta per le sardelle e nasse per seppie e 35 battelli (“batlòt”) per trasporto pesce a terra. Delle 340 barche, 24 erano provviste di motore e il resto navigava a vela (CORSI, 1931).
Nel 1967 su 129 imbarcazioni 25 motopescherecci, da 110 a 250 HP, praticavano la pesca d’altura (“de foravia”) e 33, da 24 a 150 HP, la pesca a distanza ravvicinata, entrambi con tartane e sfogliare. Inoltre una motobarca pescava a strascico, 8 motobarche la pesca delle vongole e 62 imbarcazioni più piccole, con remi, vele e piccoli motori, la piccola pesca (SCACCINI e PICCINETTI, 1967).
Nel 1975, oltre al naviglio minore, operavano 70 motopescherecci (DELI, 1993).
Nel 1993 i natanti erano 160: 30 per la pesca costiera ravvicinata, 30 per la pesca locale, 60 per la piccola pesca e 40 vongolare (DELI, 1993).
Nel 2005 tra i natanti con base nel Porto di Fano, 10 (con stazza sino a 100 t) praticano la pesca costiera ravvicinata con reti a strascico sino a 40 miglia dalla costa (pesca d’altura o “de foravìa”), 20 (di 15-50 t) sempre la pesca costiera ravvicinata con reti a strascico nella zona di 6-20 miglia (“imbòn”), 40 (sino a 10 t) la piccola pesca costiera con reti a strascico, da posta, nasse e cestelli sino a 6 miglia, 5 (15-25 t) la pesca dei tonni coi palangari nella zona sino a 20 miglia e 40 (sino a 10 t) la pesca delle vongole sino a un miglio dalla costa. Altri 6 pescherecci fanesi (di 80-100 t) praticano la pesca al pesce azzurro con la “volante”, ma hanno base nel Porto di Ancona. Vi sono infine diverse piccole imbarcazioni (“batèi”) tirate in secca nelle spiagge di Baia del Re, Gimarra, Foce Metauro e Metaurilia ed usate per la pesca con reti da posta, sciabica, nasse e cestelli.
Nel 2008 i natanti iscritti nel Compartimento Marittimo di Pesaro al 18 giugno 2008, escludendo le draghe idrauliche per la pesca delle vongole, risultano essere 136. Di questi 94 unità praticano la pesca costiera locale (52 di Fano, 15 di Gabicce Mare, 14 di Marotta-Mondolfo e 13 di Pesaro) e 42 unità la pesca costiera ravvicinata (23 di Fano, 14 di Gabicce Mare e 5 di Pesaro). Questi dati non rispecchiano comunque esattamente la situazione, in quanto non tutti i natanti sono al momento operativi.

Fano

Negli ultimi 25 anni il settore pesca a Fano ha visto un progressivo ed irrefrenabile declino della pesca tradizionale a traino con le reti (per demolizioni  e vendite di barche e cessazione di imprese), questa imprenditoria in parte sostituita da una forte riconversione in imprese più snelle con barche di stazza e potenza minore operanti nel settore della pesca dei molluschi bivalvi, pesca quest’ultima  che è diventata la prima realtà produttiva della locale marineria;  una lieve flessione ha subito anche la piccola pesca da posta;  alla fine degli anni ’90 sono nate nuove imprese dedite alla pesca dei grandi pelagici (tonno e pesce spada) con un sistema innovativo per le Ns. zone, ed a basso impatto ambientale, quello degli ami detto anche sistema a palangaro (o “long liner”).   Negli ultimi 15 anni si è fortemente assottigliata la pesca del pesce azzurro con il sistema a volante, a vantaggio di nuove realtà dominanti nella pesca a livello regionale, come Ancona, nel cui porto a partire dal 1998 si è trasferito definitivamente quello che rimaneva della Ns. flotta (il tutto sostenuto da validi motivi di mercato), tanto è vero che possiamo ormai affermare che a Fano non esiste più la pesca del pesce azzurro (sarde ed “alici” o “sardoni”), imprese iscritte a Fano ci sono ma hanno ormai sede stabile e soprattutto vendono e commercializzano per tutto l’anno nel mercato dorico.    La produzione delle imprese locali viene destinata per circa un 20% al mercato ittico di produzione comunale di viale Adriatico; per un 25% viene trasferita direttamente dai produttori a mercati ittici di produzione di altri comuni e a volte ubicati anche in altre regioni (come: Pesaro; Ancona; Cattolica; Rimini; Cesenatico; Chioggia e Venezia);  per un 40% viene venduta a grossisti con stabilimenti in possesso di autorizzazione ministeriale e bollino o numero CEE (questo prevalentemente per specie massive e di minor valore);  per circa un 10% venduto in piazza a dettaglianti e ristoranti senza ulteriori passaggi;  per un 5% venduto in piazza direttamente dai produttori in forma di tentata vendita o tramite spacci di famiglia.    Dell’intera produzione il 75 o 80% del venduto viene conferito dai pescatori a due Organizzazioni Produttori (riconosciute con D.M.), presenti a Fano, che hanno il compito di vendere ai soggetti sopra citati per conto dei produttori.   Appare di difficile monitoraggio la valutazione della produzione che può essere rilevata tramite sistemi complessi (di incrocio di dati tra mercati, grossisti e dettaglianti con un approssimazione di quella produzione sopra citata che non passa nelle strutture mercatali), la sbarco di prodotto per la vendita (pesce bianco, azzurro e molluschi) si aggira, con una certa approssimazione, giornalmente a pieno regime, senza impedimenti di tempo, per tutta la flotta fanese in circa 60/70 ton. di prodotto.  L’attività di pesca per la flotta ha una durata media di 4 gg.  Alla settimana per non più di 10/11 mesi annui ai quali vanno tolti i giorni di cattivo tempo ed avaria.

Si consideri che 25 anni orsono il quantitativo medio pescato giornalmente dalla flotta locale, a pieno regime, si aggirava sulle 85/90 ton. di prodotto.

Va considerato che lo sbarco del prodotto per alcune tipologie di pesche (attrezzi) avviene solo due giorni alla settimana e che giornate di pesca complessive come media della flotta tra attività maggiori e minori è di 150 gg. di operatività in mare – solo la pesca da posta raggiunge i 190 gg. annui (se mantiene l’armamento 12 mesi all’anno).

fANO PORTO

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