PIOMBINO

La presenza delle secche della Meloria e di quelle di Vada, nel tratto di mare antistante la Provincia di Livorno, ha fatto in modo che le prime tecniche di pesca professionale, che si sono sviluppate a Livorno, avessero le caratteristiche dalla pesca artigianale con strumenti da posta. Dove i fondali invece sono più profondi, il tipo di pesca che maggiormente si è sviluppato, ha utilizzato come

attrezzo preferenziale la rete a strascico.

Ancor oggi, la pesca artigianale rappresenta la tecnica più sviluppata nella provincia. Nel passato le tecniche di pesca definite speciali erano più numerose: era presente infatti una spiccata diversità degli attrezzi da pesca, vedi ad esempio le piccole tonnare e tonnarelle, che all’inizio del secolo scorso erano attive all’Isola d’Elba. Allo stato attuale, non essendo più redditizie, sono rimaste come testimoni del passato le strutture in muratura che in alcuni casi sono in stato di abbandono.

La storia della marineria da pesca a strascico livornese è recente e il ceppo di origine è adriatico, precisamente di Ancona. Le imbarcazioni tipiche erano conosciute come “trabaccoli” ed avevano una vela latina adatta per la pesca a strascico. Nel periodo del secondo dopoguerra la città di Livorno, semidistrutta dai bombardamenti, tentava le prime ricostruzioni, compresa quella dell’area

portuale che era stata la più colpita durante i bombardamenti. Anche il mare doveva essere ripulito dalle mine, dei carrelli e dalle bombe inesplose, occorrevano perciò mezzi e persone esperte e il compito fu affidato agli anconetani, forti dell’esperienza già fatta in Adriatico. Il mare pescoso e la

conoscenza dei fondali fece sì che questi pescatori rimanessero, richiamando le proprie famiglie e legandosi definitivamente alla città e soprattutto al suo mare. In seguito altre barche sono venute, dalla Puglia, dalla Sicilia, dalla Campania e altre zone dell’Italia meridionale, cosicchè la banchina livornese appare oggi assai eterogenea. Per questo motivo la marineria ha dato da sempre segni costanti di intraprendenza e inventiva apportando continue modifiche ai mestieri in modo da adattarsi meglio alla natura dei fondali, alle risorse disponibili e alle nuove possibilità tecnologiche.

L’origine delle strascicanti di Piombino è sempre l’Adriatico, però quando i primi motopesca arrivarono da Porto San Giorgio, a metà degli anni cinquanta, trovarono già alcune iniziative locali partite appena 4 o 5 anni prima. In seguito ponzesi e napoletani hanno contribuito ad infoltire il gruppo di questo piccolo, ma efficiente porto peschereccio.

piombino

I tipi di armamento utilizzati dalla flotta livornese possono essere suddivisi in tre grandi gruppi: strascico, circuizione e artigianale. La distribuzione spaziale, riscontrabile nella provincia di Livorno, può essere schematizzata come di seguito

-Pesca a strascico: sviluppata lungo la costa, soprattutto a Livorno e Piombino.

-Pesca a circuizione: maggiormente presente a Livorno e Portoferraio.

-Pesca artigianale: è diffusa in tutte le località lungo la costa, e comprende imbarcazioni da pesca armate con reti da posta (generalmente tramaglio e imbrocco), palangari, nasse e sciabiche (soprattutto a Livorno, Vada, Piombino e Marina di Campo).

In totale nella Provincia di Livorno sono presenti 14 approdi della flotta peschereccia, ma di questi solo 10 presentano attualmente almeno una barca da pesca ufficialmente registrata.

Complessivamente la flotta peschereccia nella Provincia di Livorno è costituita da 255 imbarcazioni che praticano pesca artigianale, pesca a circuizione e pesca a strascico.

La marineria che ha il maggior numero di imbarcazioni iscritte è quella del porto di Livorno con 105 imbarcazioni, mentre quella di Piombino ha 17 barche registrate.

Similmente all’intero comparto in Toscana, anche la flotta da pesca della marineria di Livorno ha subito una costante riduzione nel corso degli ultimi 20 anni. Il numero delle imbarcazioni a partire dagli anni ’80 è diminuito mediamente del 3% per ogni anno, portando quindi in pratica al dimezzamento della flotta in due decenni. Questa diminuzione nella flotta è stata accentuata oltre che dagli incentivi che lo stato metteva a disposizione degli armatori per il disarmo delle imbarcazioni, anche da altri fattori socio-economici. Infatti le spese che devono essere sostenute per il mantenimento delle imbarcazioni, per i carburanti e per il costo del personale, possono marginalizzare i guadagni.

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